martedì 6 dicembre 2011

SISTEMI ELETTORALI IN ITALIA ED IN EUROPA



-“PRIMA REPUBBLICA”: Dal 1945 al 1992 in Italia è stato adottato il sistema proporzionale , espressione del parlamentarismo compromissorio che per molti anni ha caratterizzato la realtà politica italiana. Tuttavia, per quanto il sistema proporzionale garantisse un'effettiva rappresentanza, è statofortemente criticato per l'instabilità dei Governi, troppo legati alle istanze dei piccoli partiti, che garantivano la maggioranza all'esecutivo e pertanto avevano un elevato potere di “ricatto”.

-“SECONDA REPUBBLICA”: Le trasformazioni della società italiana con il superamento delle iniziali contrapposizioni ideologiche, la crisi dei partiti (v. tangentopoli) e le crescenti difficoltà di funzionamento del parlamentarismo compromissorio hanno portato ad una spinta verso un sistema maggioritario.
Tale spinta ha avuto la sua più alta tensione politica con il referendum elettorale del 1993 riguardante alcune norme della legge elettorale del senato la cui abrogazione veniva a formare un sistema maggioritario-uninominale (percentuale di sì dell’80%).  Perciò la successiva legge Mattarella accolse “L’indirizzo popolare”. Ma ebbe breve vita.

1)  l.  n. 276- 277/1993  (Legge Mattarella)  à SISTEMA MISTO (MAGGIORITARIO): 75% del totale dei seggi attribuito in collegi uninominali con il maggioritario a turno unico; restante 25%  ripartito con metodo proporzionale. (Prevedeva  l'intricato meccanismo dello “scorporo” per cui i candidati sconfitti nei collegi uninominali potevano accedere in Parlamento con il “paracadute” del proporzionale, poiché le candidature plurime erano consentite dalla legge.)

2)  l.  n. 270/2005  (Legge Calderoli)   à   SISTEMA PROPORZIONALE
Definita “Una porcata” dallo stesso Calderoli. Prevede:
·        LISTE “BLOCCATE” per cui l’elettore vota per una elle liste in competizione ma non può esprimere alcuna preferenza per i candidati. Questi non solo sono scelti dai capi di partito ma a questi spetta anche la loro collocazione in lista (con le conseguenti speranze di elezione).
·        CLAUSOLE DI SBARRAMENTO ELEVATE che hanno impedito a piccoli partiti/coalizioni di partiti di entrare in parlamento: unico ad avercela fatta al di fuori delle due grandi coalizioni è stato l’udc.
·        PREMIO DI MAGGIORANZA per cui viene garantito un minimo di 340 seggi alla Camera dei Deputati alla coalizione che ottiene la maggioranza relativa dei voti. Per quanto concerne il Senato, il premio di maggioranza è invece garantito su base regionale, in modo da assicurare alla coalizione vincente in una determinata regione almeno il 55% dei seggi ad essa assegnati.



1)    SISTEMA  ELETTORALE  FRANCESE

Nel 1958, all'inizio della sua V Repubblica, la Francia ha adottato un sistema
maggioritario “a doppio turno” per l’elezione di 577 membri dell’Assemblea
Nazionale e 315 Senatori. E’ un sistema bicamerale perfetto in quanto le due
Camere hanno gli stessi poteri con un’unica eccezione: è la sola Camera Bassa
(Assemblée Nationale) che vota la fiducia al Governo.
Per quanto riguarda l’Assemblée Nationale, i collegi sono di tipo uninominale ed il
meccanismo è il seguente: al primo turno, viene eletto il candidato che ottiene il
50%+1 delle preferenze, ma solo se tale percentuale corrisponde al 25% degli
iscritti nelle liste elettorali. In caso contrario, si va al secondo turno (il cosiddetto
ballottaggio), a cui accedono i partiti che superano la soglia del 12,5%. Se soltanto
un partito (a cui è collegato il candidato della lista) supera la soglia, al secondo
turno accedono i primi due partiti.
Al ballottaggio, vige il meccanismo della maggioranza relativa: vince chi ottiene il
maggior numero di consensi.
Tale meccanismo consente sicuramente minor dispersione nelle scelte, ma d'altro
canto tende a ridurre in maniera evidente la rappresentanza.
I Senatori sono invece eletti per suffragio universale indiretto ovvero dai Grandi
Elettori che sono stati eletti per suffragio diretto. Tra gli altri, i rappresentanti dei
Comuni, i Consiglieri Generali, i Consiglieri Regionali ed i Deputati.
Per le presidenziali infine, accedono al ballottaggio i due candidati più votati al
primo turno. Viene nominato presidente il candidato che al secondo turno ottiene la
maggioranza delle preferenze.

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 Diversamente dagli altri presidenti europei, l'ufficio del Presidente della Repubblica Francese
detiene un vero potere, specialmente nel campo della politica estera. Benché il Primo Ministro e il
parlamento detengano la maggior parte del potere legislativo ed esecutivo, il presidente francese
mantiene una forte influenza.
Il potere più importante esercitato dal presidente è la nomina del Primo Ministro.
Tra gli altri poteri, il Capo dello Stato Francese è il detentore di una parte del potere esecutivo, il
capo delle forze armate francesi e la più alta carica della magistratura.



2)     SISTEMA  ELETTORALE  INGLESE
Il sistema elettorale inglese è puramente maggioritario. È un sistema bicamerale
imperfetto in quanto le due Camere non dispongono di pari poteri. La Camera Alta
non può bloccare indefinitamente l’approvazione di una legge, ma solo ritardarla.
I 651 componenti della Camera Bassa (Camera dei Comuni) vengono eletti nei
rispettivi collegi. Il territorio è appunto suddiviso in 651 collegi ed ogni seggio
viene attribuito al candidato che ottiene più voti (formula plurality).
Nella Camera Alta del Parlamento Britannico (Camera dei Lords), i membri non
vengono eletti ma siedono per titolo.
Un meccanismo semplice che garantisce una maggioranza salda per tutta la legislatura, ma che tende ad annullare la rappresentanza di altre forze politiche.


3)    SISTEMA  ELETTORALE  TEDESCO:
La Repubblica Federale Tedesca è l'esempio più indicato laddove si parla di sistema
elettorale “misto”, ossia convivono quote proporzionali e quote maggioritarie.
È un sistema bicamerale imperfetto. La Camera Bassa, il Bundestang, ha un numero
di deputati che varia a seconda dei risultati circoscrizionali ed è l'unica che può dare
o negare la fiducia al Governo. La Camera Alta, il Bundesrat, è invece una
rappresentanza delle regioni, racchiude cioè al suo interno i componenti dei governi
regionali e deve essere coinvolta nella legislazioni in tutti i casi in cui una legge
tocca gli interessi regionali.
Per il Bundestang l'elettore deve esprimere due preferenze: una per la lista e l'altro
per il candidato al collegio uninominale. L'attribuzione di 299 seggi (su un totale di
598) avviene proprio nei collegi uninominali, dove vince il candidato che ha
ottenuto la maggioranza relativa dei voti. Gli altri 299 seggi, invece, vengono
ripartiti su base proporzionale con sbarramento al 5%.
Il sistema elettorale tedesco, dunque, viene spesso definito un “proporzionale
corretto in senso maggioritario”.

4)    SISTEMA ELETTORALE SPAGNOLO
In Spagna vige un sistema elettorale totalmente proporzionale, con limite di
sbarramento al 3%.
Il territorio spagnolo è suddiviso in 52 province e ciascuna rappresenta una
circoscrizione, che elegge un numero ridotto di parlamentari (una provincia di
media grandezza non ne può esprimere più di 10 da suddividere tra le diverse forze
politiche). Sono perciò favoriti quei partiti che mantengono un forte impianto sul
territorio o i partiti maggiori, cui resta comunque la possibilità di alleanza con le
forze minori.
È un bicameralismo imperfetto, composto da una Camera Bassa (Congreso de los
Diputados), che è la sola che può dare o negare la fiducia al Governo, ed una
Camera Alta (Senado) che concorre solo in via eventuale al procedimento
legislativo e non può impedire in modo definitivo l'approvazione di una legge.
È evidente, pertanto, che tale modello garantisce da un lato stabilità dei governi e
dall'altra ampia rappresentanza alle forze di carattere locale, molto presenti inSpagna.


DOVE  LE  “LISTE BLOCCATE”?
Vediamo in dettaglio come funziona tra i paesi vicini: 
In Spagna le liste per la Camera bassa, il Congreso de los Diputados, non solo sono bloccate, ma sono anche piuttosto «corte», perchè va garantita la rappresentatività di tutte le circoscrizioni, che sono tante. Gli elettori non possono modificare l'ordine di presentazione dei candidati, nè esprimere preferenze per candidati appartenenti a liste diverse da quella votata.

In Germania, i cittadini che vanno alle urne per eleggere i rappresentanti del Bundestag dispongono di due suffragi, il «primo voto», (Erststimme), per eleggere il candidato nel collegio uninominale, e il «secondo voto», (Zweitstimme), per esprimere la preferenza per una delle liste di partito presentate nel Land di appartenenza. È ammesso il voto disgiunto, ma l'elettore non può modificare l'ordine di candidature risultante dalla lista.

Presenti in Portogallo
Niente liste bloccate invece in Francia.
Nello UK per eleggere i rappresentanti della Camera dei comuni non ci sono liste bloccate. La formula elettorale è quella della cosiddetta «plurality»: vince il candidato che nel singolo collegio uninominale conquista la maggioranza semplice

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