sabato 3 dicembre 2011

Il canto delle cicale.

Scriveva Gogol in Prospettiva Nevskyj:


"Voi pensate che quel signore che passeggia in un soprabito splendido sia ricco?Neanche per sogno, il soprabito è tutto quello che ha." 

Ebbene si: un bel soprabito,una bella borsa, un paio di scarpe firmate in molti, troppi casi è tutto quello che abbiamo.
 Ne siamo contenti, tanto da non poter neanche pensare di farne a meno.
Beato chi ancora può.
Poco importa per chi non può: un coppone e passa la paura.
Il debito, la  bacchetta magica che ci da l'illusione di poter fare tutto (ma proprio tutto) quelloo che vogliamo.
Comprarci la barca o comprarci la luna,o tutte e due.
che cosa importa?
tutto è possibile , basta chiedere( in prestito).
La filosofia del "poi si pensa", del "c'è tempo"; filosofia che ci fotte, tutti quanti.
Anche in tempi di crisi , ci ostiniamo a voler  fare il passo più lungo della gamba.
A chiedere,sempre di più "perchè la vita è una sola", perchè" ce la dobbiamo godere ad ogni costo" .
 Una continua patetica gara a chi ha la macchina più bella, la giacca più costosa, il sassolino in più che fa la differenza, che ci fa sentire un gradino più su rispetto ad un operaio che fatica ad arrivare a fine mese, che ci porta a esclamaRE"Io ancora qualche lusso posso concedermelo".(A spese di chi?)
La gara dei vizi e dei vezzi.
Cicale  che si ostinano a cantare a squarciagola, in barba alle  proprie corde vocali.
Nel frattempo l'estate è finita e  l'inverno è alle porte.
 Prestiti per una casa come per una borsa , un orologio di oro.
Molti  giovani sembrano essere abili solo a pretendere.
I più "audaci"  si arrogano quasi il diritto di poter spremere le proprie famiglie come limoni fino all'ultima goccia.
Terrificante notare come tutto abbia esattamente lo stesso valore.
E' tutto diventato normale : un debito per andare in vacanza, un debito per comprarsi lo yacht, un debito per un televisore al plasma.
La "cultura" del debito ormai tristemente radicata nel nostro modo di vivere, di agire, e purtroppo di pensare.
Liberarsene è più difficile di quanto sembri.
Intanto il debito pubblico aumenta, lo spread sale incessantemente.
Conviene cambiare testa,rispondere  alla cultura del debito con la cultura del lavoro e del sacrificio  se non si vuole tra 10 anni trovarsi di nuovo dove siamo ora.
A terra, da soli.
Nonostante le manovre salvaeuro, l'aumento della pressione fiscale, dei mezzi per la lotta all'evasione.
Per poter funzionare uno Stato necessita di una classe dirigente in grado di portare avanti determinati valori, privilegiando  modelli educativi e comportamentali coerenti, non di una casta di pagliacci sbruffoni e  inclini allo spreco.
 Ai bambini, alle nuove generazioni  si cominci a insegnare il valore del denaro,l'etica del lavoro, del sacrificio, il valore della cosa pubblica.
In famiglia, a scuola, ovunque.
Impariamo ad essere delle brave formiche,in estate e in inverno, non lasciamoci distrarre dall'eco del  canto  di una cicala.(tra l'altro fuori stagione).

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